Basta frammentarietà nei regimi fiscali, occorre armonizzazione.
E’ l’ultima che trapela dall’Unione europea.
Secondo “Tobacco Intelligence”, infatti, Bruxelles intende intervenire con una Direttiva, meglio dirsi attraverso la rivisitazione di una già vigente, al fine di uniformare la disciplina fiscale vigente, nei vari Paesi, in fatto di prodotti alternativi al fumo.
Tra accise più alte ed altre più basse, tra Stati che pongono un peso fiscale più contenuto rispetto a quello gravante sulle bionde ad altri che, invece, mettono sul medesimo livello i due “mondi”.
Senza dimenticare come, di anno in anno, le leggi di Bilancio finiscano per poter anche stravolgere le disposizioni vigenti.
SUPERARE LE DISCIPLINE DEI SINGOLI PAESI
Stop, quindi, alla confusione, alla varietà e, quindi, alla discrezionalità dei singoli Stati.
Sarà l’Europa ad imporre un regime di tasse sui prodotti alternativi al tabacco che dovrà omogeneizzare tutte le Nazioni che sono membri.
Già in un rapporto Ce del 2020 si sottolineava questa criticità.
“L’attuale mancanza di armonizzazione del quadro normativo fiscale relativamente a questi prodotti – specificavano dall’Unione – sta anche limitando la possibilità di monitorare il loro sviluppo nel mercato e di controllarne i movimenti”.
L’occhio degli addetti ai lavori, nei palazzi dell’Unione europea, è concentrato tutto sui contenuti della Direttiva 2011/64, ovvero quella che disciplina la struttura e le aliquote delle accise applicate ai tabacchi lavorati.
LA COMMISSIONE PREME DAL 2017
Su questa Direttiva si mira ad intervenire, integrandola, al fine di includere in essa previsioni fiscali che vadano ad abbracciare anche le “alternative”.
In tal senso la Commissione, Organo dell’Unione avente funzioni esecutive e di promozione dell’attività legislativa, preme già dal 2017.
Secondo informazioni, una proposta sulla fiscalità dei prodotti vaping si sarebbe dovuta presentare già nel 2021.
Tuttavia è maggiormente probabile che tanto si avrà ai principi del 2022.
E’ anche da ricordare come, secondo il diritto internazionale, una direttiva europea non diviene immediatamente operativa nei confini nazionali.
Ma necessita sempre una legge nazionale che la vada a recepire.
- Scritto da Italo Di Dio