Ancora un segnale importante quello che emerge dalla medicina del quotidiano.
Da quella fatta dal popolo di camici bianchi che, cioè, vive giornalmente, in modo reale e non teorico, la pratica del contatto con il paziente.
Negli studi professionali, negli ambulatori, nelle corsie di un ospedale
Come già trattammo su questa testata, importanti aperture si sono registrate nel contesto dei lavori del 20esimo Congresso della Società italiana di Parodontologia e Implantologia, appuntamento sviluppatosi a Rimini nei giorni scorsi.
Nulla di trascendentale, sia chiaro, una onesta ammissione da parte dei relatori che, nel porre accento sulle problematiche che il fumo può determinare a carico del cavo orale, hanno osservato come l’utilizzo della sigaretta elettronica possa avere senso in quanto supporto per smettere di fumare.
Una soluzione-ponte finalizzata esclusivamente alla cessazione e non da intendersi come discorso definitivo.
LA TEORIA DEL MINOR DANNO
Nulla di più, nulla di meno di quanto, del resto, sostengono i teorici del minor danno che, certo, non vedono nella e-cig un vezzo con il quale trastullarsi a piacimento ed a tempo indeterminato bensì uno strumento che possa supportare quanti vogliano intraprendere un discorso di smoking cessation.
Certi, altresì, di come quella fase di vaping che servirà a cestinare le “bionde” sarà, comunque, foriera di molti meno danni.
Sigaretta elettronica estremamente meno nociva rispetto alle tradizionali classiche, sigaretta elettronica quale soluzione alla dipendenza fumo: sono “fatti” che sempre più trovano riscontro nel vissuto d’ogni giorno, un segnale che chi fa medicina sul territorio sta progressivamente cogliendo.
Sempre più.
Non è casuale, per restare in tema, il recente intervento di Claudio Cricelli, Presidente della Società italiana Medici di Medicina generale e delle Cure primarie che, in una nota agli Organismi sanitari di vertice, aveva invocato maggiori “informazioni” (di stampo ufficiale, ovviamente) sulla e.cig.
Questo per quel che riguarda i casi più eclatanti ma, sbirciando nei forum medici, sono decine e decine le casistiche di professionisti che, a precise richieste di consulto, sono possibilisti sul vaping nel senso di “tramite” per archiviare le classiche.
L’UTOPISMO TALEBANO CHE NON PAGA
Chi si interfaccia, ogni giorno, con molteplici esperienze “cliniche”, ascolta, apprende, vive, partecipa.
Comprende quali sono le vere difficoltà, studia le soluzioni e, soprattutto, capisce che l’atteggiamento utopistico-talebano non può essere sempre, in tema sanitario, garanzia di risultato.
Perchè non reca aiuto al paziente.
A questa intensa spinta che sorge dal basso, però, continuano a contrapporsi i piani alti della Sanità italiana-europea-mondiale che ancora non vedono tali evidenze e si arroccano su castelli dalle basi sempre più fragili invocando presunti e misteriosi danni connessi alla e-cig e, addirittura, ipotizzano un suo ruolo di incentivo al fumo.
La forbice è sempre più ampia, anche ma non solo in tema di tabagismo, tra la medicina del reale e quella dei Palazzi.
Quanto più la seconda ascolterà la prima, tanto maggiore sarà il beneficio.
Lo si ripete: non solo in fatto di strategie antifumo
- Scritto da Italo Di Dio