Ci risiamo.
Con svizzera puntualità tornano gli assalti di fine anno al settore delle sigarette elettroniche.
Un rituale che si ripropone ad ogni legge del Bilancio statale.
Questa volta è l’Udc e, in particolare, la senatrice Paola Binetti a promettere battaglia.
“Occorre eliminare gli sconti fiscali destinati ai produttori di sigarette elettroniche – ha esordito la medesima in una nota rilanciata da “Agenpress” – Per questo, in sede di legge di bilancio, presenteremo degli emendamenti che hanno l’obiettivo di tassare in modo adeguato questi prodotti che sono nocivi per la salute di tanti adolescenti e adulti.
La sigaretta elettronica – insiste l’esponente di Palazzo Madama – nuoce gravemente alla salute.
Lo confermano i dati incontrovertibili dell’Fda e dell’Oms, ma qualcuno, anche in Italia, si ostina a sottovalutare questo trend”.
Ed ancora
“Una recentissima ricerca della Società italiana di malattie respiratorie infantili (Simri) afferma, sulla base di dati forniti dall’Istituto superiore di Sanità, che tra i ragazzi che hanno già avuto un contatto con il tabacco o la nicotina, il 20,1% ha iniziato con la sigaretta elettronica.
Manca evidentemente – conclude la Binetti – una prevenzione efficace e una adeguata educazione alla salute. Questi numeri smentiscono le false credenze diffuse dalle multinazionali del tabacco”.
Le osservazioni della senatrice muovono, con tutta evidenza, dalla osservazione molto parziale del fenomeno.
Se, da una parte, vi è chi – come la Simri – lancia l’allarme-vaping, vi è chi, invece, dall’altra, anche in Italia, attraverso studi e ricerche estremamente peculiari ed attenti (Coehar, Polosa, Beatrice, Liaf), ha dimostrato la schiacciante minor nocività delle e-cig rispetto al fumo classico.
Per il resto, sul fatto che i ragazzini non debbano svapare o fumare, nulla quaestio.
Ma una stangata fiscale finirebbe per danneggiare anche quanti, con il fumo elettronico, stanno riuscendo a sottrarsi alla dipendenza tabagista.
L’Oms? Glissiamo.
Per il resto, gli emendamenti che invoca la senatrice non sono neppure necessari.
La legge di Bilancio approvata nel Dicembre 2020 già prevede, infatti, con plus programmati al 1 Gennaio 2022 ed al 1 Gennaio 2023, rincari in capo al settore.
Per concludere, ancora una volta un esempio lampante dell’impatto dannoso che uscite scientificamente non pienamente corrette del mondo medico possono avere sull’opinione pubblica e, quindi, sui progetti della politica.
- Scritto da Italo Di Dio