La lista si allunga.
Hong Kong, 7,5 milioni di abitanti, approverà entro Ottobre un nuovo regolamento che andrà a proibire del tutto la vendita di sigarette elettroniche e di tabacco riscaldato all’interno dei confini nazionali.
Allo stesso tempo la norma andrà anche a prevedere il divieto di importazione dall’Estero di siffatti prodotti.
Resterà consentito, invece, il consumo.
Meglio specificando dopo i contenuti dell’atto in prossima approvazione, l’accelerata si è avuta nelle ultime settimane allorquando è venuto parere favorevole alla nuova disciplina da parte dell’ “Alleanza Democratica per il Miglioramento e il Progresso di Hong Kong”, maggiore azionista in seno al Governo statale.
SAREBBE IL TRENTUNESIMO STATO AL MONDO AD APPROVARE TALE DISCIPLINA
La via, quindi, sembra essere alquanto tracciata con Hong Kong che diventerà il trentunesimo Stato al mondo, comprese le vicine Macao e Singapore, a vietare la commercializzazione delle nuove alternative al fumo – uno stato di cose che, ovviamente, manco a dirlo, rappresenta un assist degno del miglior numero dieci a favore degli interessi del tabacco.
Ma tant’è.
Sul filo di lana della legislatura, che si esaurirà, appunto, il prossimo mese, la particolare svolta che rappresenta un colpo mortifero per il settore.
Resta, tuttavia, un dubbio interpretativo rispetto ai contenuti della norma da approvare.
Assodato come nessun negozio “fisico” potrà vendere e-cig e riscaldato, è da capire se per divieto di “importazione” dall’Estero si intenda anche l’acquisto on line da siti con sede fuori Nazione.
NON PUNITO IL CONSUMO
La sensazione è che il “ban” si rivolga anche a questa fattispecie, cosa che, come chiaro, complicherebbe di netto la vita degli svapatori.
Il nuovo regolamento, però, consente di svapare e di usare tabacco riscaldato anche in luoghi pubblici (non come altrove dove, se ti beccano a svapare, ti rinchiudono in cella).
V’è una domanda che, però, nasce spontanea: dove e come ci si può procurare tali prodotti se ne è vietata la vendita?
Semplice (per modo di dire): l’unica possibilità è consumare la transazione all’Estero (ovvero comprare all’Estero il materiale) e varcare la frontiera.
Vale a dire: bisogna andare a fare la spesa oltreconfine per poi poter consumare in “patria”.
Non esattamente una passeggiata.
- Scritto da Arcangelo Bove