Vietare il fumo di sigaretta presso i tavolini esterni di ristoranti e bar.
Il “progetto” scritto a sei mani da associazione Ideal, Istituto dei tumori e Fondazione Veronesi dovrebbe presto essere “intavolato” presso il Parlamento.
Come già raccontato dalla nostra testata, infatti, i tre sodalizi hanno già lanciato la campagna “Milano come New York: vietiamo il fumo fuori dai locali pubblici”, proposta indirizzata al sindaco di Milano, Sala, con la quale si chiede, appunto, di accendere il disco rosso alle “classiche” nelle aree di consumo esterno delle menzionate attività.
Sindaco Sala che, si ricorda, è stato, dopo Sassari, il secondo Primo Cittadino di una città italiana a vietare, con propria ordinanza, il fumo di sigaretta in specifici luoghi all’aperto.
Ma, come detto, il “disegno” Ideal-Istituto tumori-Fondazione Veronesi punta più in alto, alla dimensione statale.
L’obiettivo è quello di dare a questo discorso la dignità di legge: il fondamento scientifico, in effetti, non è assolutamente insussistente.
FUMO PASSIVO, È LUI IL RISCHIO
Tutt’altro.
L’esposizione al fumo passivo, infatti, è assolutamente rilevante quando si permane in tavolini esterni di bar e ristoranti, anche se all’aperto.
La distanza esigua tra le “sedute”, i lunghi tempi di permanenza espongono, infatti, anche un malcapitato non fumatore alle nubi altrui.
Il che non è gradevole né salutare.
Il prezioso “imput”, come detto, sarebbe prossimo ad essere considerato in ambito parlamentare: il nostro sistema costituzionale, infatti, prevede che una proposta di legge possa essere instaurata anche da un singolo deputato/senatore.
Non è noto, allo stato, quale “rappresentante” potrà dare sponda né le precisa forma dell’iniziativa.
Che, comunque, viene accolta e deve essere accolta come un passo in avanti in termini di tutela della salute pubblica e, perchè no, anche di civiltà.
Questa (eventuale) proposta normativa non è da confondere con il disegno di legge Auddino (dal nome del primo firmatario pentastellato) che è molto più radicale e punta a vietare l’uso sia di “bionde” sia di sigarette elettroniche in, praticamente, tutti i contesti pubblici all’aperto.
Tale ultimo disegno, infatti,come già spiegato dalla nostra testata, non dovrebbe riprendere la sua corsa verso l’approvazione. Troppo “restrittiva”, tale ipotesi legislativa, infatti, insieme alla già vigente Sirchia, andrebbe a “comprimere” l’uso di classiche ed e-cig esclusivamente negli spazi privati.
- Scritto da Arcangelo Bove