Un crollo verticale per quel che riguarda il tasso di fumatori nella popolazione giovanile: è quanto si sta registrando in Canada negli ultimi anni.
E, secondo Ian Irvine, professore di Economia alla Concordia University e ricercatore presso il CD Howe Institute, il merito di questa evoluzione sarebbe tutto da attribuirsi all’avvento sul mercato delle sigarette elettroniche.
È questa la sostanza di una lettera che il già citato Irvine ha posto all’attenzione del Ministro della Sanità Patty Hajdu.
Secondo il “Canadian Tobacco and Nicotine Survey”, in particolare, nel periodo compreso tra il 2019 ed il 2020, si è assistito, per quanto concerne la fascia anagrafica dei ventenni, ad un calo del 40 percentuale dei tassi di fumo.
Con le percentuali degli “smokers” crollate dal 13,3% all’8%.
LA SODDISFAZIONE DI IAN IRVINE
Un dato che giustifica certamente ottimismo nell’ottica dell’obiettivo che il Governo canadese si è proposto di cogliere entro l’anno 2035: ovvero quello di abbattere il numero dei fumatori al 5% della popolazione generale.
Un dato, questo, che è già stato colto con riferimento all’arco tra i 15 ed i 19.
Tornando ai numeri del fumo, suddivisi per “anagrafe”, si coglie come, a partire dall’approdo della e-cig, si sia avuta una flessione importante per quanto riguarda gli aficionados delle “bionde”.
CHIARA DISCESA DOPO IL 2013
Nel 2013, infatti, i consumatori delle classiche era all’11% per le persone 15/19 (come detto, oggi a meno del 5 percentuale); al 18% per i 20-24 e al 16% per gli over 25enni.
Cifre che, dopo quel momento, sono notevolmente crollate.
Ma vi è un altro elemento che Irvine sottolinea.
Ovvero quello legato al silenzio dei media rispetto agli ultimi dati relativi alla incidenza tabagista “E’ vergognoso che i media siano selettivi in ciò che riportano.
È un peccato che questi risultati siano stati in gran parte ignorati dai media”
- Scritto da Italo Di Dio