Dal Comune di Milano si “difendono” ricordando – cosa già annunciata prima della entrata in vigore del provvedimento – come, nei primi mesi, si sarebbe mantenuto un atteggiamento di tolleranza e, comunque, “morbido”.
Piuttosto che morbido, però, l’atteggiamento si presenta assolutamente impalpabile.
Parliamo del divieto di fumo all’aperto introdotto, nel Capoluogo lombardo, dalla metà del mese di Gennaio di quest’anno.
La Giunta guidata dal Primo Cittadino Sala è stata la prima metropoli italiana – in assoluto la primissima città era stata Sassari – a varare la stretta sulle sigarette “open air”: per effetto delle modifiche apportate al cosiddetto “Regolamento sull’aria”, infatti, è stato introdotto il divieto di fumare in contesti all’aperto quali fermate del bus, parchi pubblici, siti cimiteriali, impianti sportivi nel momento in cui non fosse possibile osservare la distanza interpersonale di dieci metri.
Non solo una misura anti-Covid – come le tante che, in questi ultimi mesi, sono state partorite con ordinanze dei vari sindaci – ma una vera e propria tutela dal fumo passivo che, anche all’aria aperta, se vi è “massa” di persone, può essere assorbito dal “vicino”.
Il punto è che, da allora, ovvero dal 16 Gennaio, primo giorno di entrata in vigore della nuova disciplina anti-fumo, a tutto il mese di Maggio, sono state elevate appena sette sanzioni (sei delle quali a cittadini in sosta alla fermata del bus).
Sette in quattro mesi e mezzo, ovvero circa 1,5 al mese.
LE PERPLESSITA’ DI FORZA ITALIA
Un po’ pochino per una città che conta 1,3 milioni di residenti, oltre a tutto l’indotto del “business”.
In realtà, come in esordio richiamato, l’Amministrazione milanese aveva anticipato – già prima dell’effettivo “start” del provvedimento – come la prima fase sarebbe stata “cuscinetto”, semplicemente informativa.
Ma sette sanzioni in quattro e mesi e mezzo, in effetti, paiono rivelare un approccio troppo ma troppo soft e, quindi, ad alto tasso di inefficacia.
“Ci avevano detto che la lotta al fumo sarebbe stata senza quartiere — attacca il consigliere De Chirico di Forza Italia attraverso le colonne del CorSera — ma a giudicare dalle multe sembra davvero pochino: la bellezza di una multa al mese!
Tutto rimasto sulla carta”.
Chi vivrà vedrà ricordandosi come, al controllo, è deputata la Polizia municipale
- Scritto da Arcangelo Bove