Se si mettono i bastoni tra le ruote al settore vaping, non si potrà sperare di avere, in via generale, importanti risultati per quel che attiene il fenomeno fumo.
Così Nancy Loucas, co-direttore di Avca-Aotearoa Vapers Community Advocacy.
L’esperta, tra le principali teoriche su scala globale per quel che concerne le teorie del minor danno, ha evidenziato la necessità di non prevedere una regolamentazione penalizzante il mercato delle sigarette elettroniche.
Ciò al fine di evitare di disincentivare quanti, fumatori, vorrebbero valutare la possibilità di transitare ai dispositivi del minor danno.
“LO SVAPATORE VA INCORAGGIATO”
“Bisognerebbe incoraggiare il fumatore a passare ad una soluzione quale la e-cig.
Che è sicuramente portatrice di una nocività estremamente inferiore”, ha esordito la leader di Avca.
“Necessiterebbe incentivare, invogliare – ha proseguito la stessa – sempre che l’obiettivo sia quello di arginare il problema-fumo e quello della mortalità e della morbilità ad esso correlati.
Non dobbiamo dimenticare che il processo di smoking cessation è, già di per se, per questioni di dipendenza, passaggio delicato per il soggetto interessato.
Se a questa difficoltà di partenza sommiamo impedimenti di ordine burocratico, non facciamo altro che perdere significative opportunità per abbattere i numeri dei fumatori”.
IN NUOVA ZELANDA 5.000 FUMATORI/ANNO SMETTONO CON E-CIG
Un ragionamento applicabile su un contesto generale quello della Loucas che, tuttavia, è partita nel suo ragionamento analizzando la questione Nuova Zelanda.
Nello Stato oceanico, infatti, sono prossime allo “start” nuove regole del Ministero della Salute che potrebbero limitare la diffusione dello svapo.
“La sigaretta elettronica – ha osservato l’esponente – sta consentendo a 5.000 fumatori neozelandesi, ogni anno, di smettere di fumare.
Un patrimonio che non si può rischiare di perdere”.
Dalla Loucas, quindi, una controproposta. “Anzichè pensare a restrizioni, proporrei quanto segue: dato che molti fumatori transitano alle sigarette elettroniche poichè incentivate dagli aromi dolci e fruttati dei liquidi, varrebbe la pena di vendere questi e-liquid laddove si vendono le sigarette”
- Scritto da Arcangelo Bove