Reni, fumo e sigaretta elettronica, cosa ne pensa il nefrologo Schettino

0
768

L’optimum sarebbe rappresentato dalla non assunzione di alcuna sostanza.
Ma, se proprio ciò fosse necessario per smettere di fumare, senz’altro la sigaretta elettronica genererebbe un danno molto minore rispetto a quello legato alla “classica”.
Così Domenico Schettino, giovane nefrologo in forza al Policlinico universitario di Napoli.
Il professionista, in esclusiva per Svapo Magazine, ha discusso della problematica tabagista dalla prospettiva particolare del paziente nefropatico, ovvero di colui il quale è affetto da patologia renale.
Per questa tipologia di paziente, meglio dirsi anche per questa tipologia di paziente – esordisce il medico campano – la sigaretta è uno dei grandi nemici da bandire.
Il fumo
– chiarisce, infatti, Schettino – è fattore di rischio per lo sviluppo della malattia renale cronica: può determinare lo stesso instaurarsi della patologia e può comportare un aggravamento della condizione in chi già nefropatico.
Nel momento in cui un paziente scopre di avere una compromissione renale, ebbene in quel momento avrà un motivo in più decisamente importante per abbandonare il vizio tabagista.
Fino ad un certo punto, infatti, si potrà fermare la progressione della malattia renale e, per la precisione, fino al terzo stadio, come da convenzionale suddivisione degli “step” di gravità ma quando si supererà il terzo stadio non sarà più possibile tornare indietro.
Per questo, un soggetto affetto da malattia renale dovrà stabilire uno stile di vita virtuoso e salutare e, in questo senso, si inquadra la necessità di tagliare il filo con il fumo sperando che si sia ancora nei tempi giusti per avere una regressione della condizione patologica ed un miglioramento della condizione.
Oltrepassata una determinata soglia, purtroppo, la nefropatia non sarà più reversibile, non sarà più arrestabile e l’esito naturale sarà quello dello sottoposizione a dialisi”

“E-CIG CERTAMENTE MENO DANNOSA DELLA CLASSICA”

I reni ed il cuore: una relazione di interdipendenza stretta, un doppio filo.
“Ebbene si –
prosegue il professionista del Policlinico partenopeo – basti pensare come un grandissimo nemico della buona salute dei reni sia quello rappresentato da un elevato valore della pressione arteriosa sistemica.
E, riallacciandoci al discorso del fumo, sappiamo bene come la pratica tabagista, ovviamente in modo proporzionato al numero di sigarette fumato nelle 24 ore ed agli anni di dipendenza dal vizio, sia fattore favorente l’ipertensione.
Per quanto riguarda il meccanismo di funzionamento dell’apparato renale, grande filtro del nostro organismo che assolve al compito preziosissimo della depurazione, va ricordato come, a lungo andare, elevati valori pressorei possano comportare la incapacità dei reni di trattenere ed espellere le sostanze nocive in circolo.
Dopo, a lungo andare, i reni prenderanno ad espellere anche le sostanze “buone” e, semplificando molto il discorso, ciò si palesa con la perdita di albumina nelle urine.
Inoltre –
ancora il nefrologo – non si dimentichi come la pressione, in via generale, agisca compromettendo lo stato delle arterie, determinando costrizione delle stesse e, quindi, minore afflusso di sangue”.
Fumo come tra i principali nemici anche della salute dei reni, quindi.
Come ci si dovrà regolare a fronte di un soggetto nefropatico che non riesca a sottrarsi dal vizio del fumo se non attraverso l’utilizzo della sigaretta elettronica?
Il compromesso è accettabile?
Sicuramente, tra le due opzioni, meglio la sigaretta elettronica – chiarisce Schettino – anche se, su quest’ultima, mancano ancora studi definitivi.
Certamente la sigaretta elettronica è meno dannosa della sigaretta classica, quindi, se un paziente riesce a sottrarsi dal vizio grazie alle e-cig, ben venga questa soluzione purchè essa rappresenti uno step provvisorio in vista di una cessazione definitiva”

- Scritto da Italo Di Dio