La strada ad esclusivo passaggio pedonale è più inquinata di quella dove, invece, transitano le automobili.
Com’è possibile?
È possibile, invece, e succede anche alle nostre latitudini, ovvero in quel di Milano.
La colpa? Tanto per cambiare, delle sigarette.
Ebbene si: in tal senso le conclusioni di uno studio coordinato dall’Istituto tumori.
Ad essere prese in esame sono state due strade: via Fiori Chiari, che è strada ad esclusivo transito di pedoni e ricca di tavolini esterni di bar, dove si può tranquillamente fumare; E via Pontaccio che, invece, è aperta anche alla circolazione dei veicoli.
In entrambe le strade sono stati piazzati dei sensori per rilevare la presenza di Pm10, Pm 2.5 e Pm 1, in particolare collocandoli in corrispondenza di balconi siti al primo piano delle due abitazioni e che hanno “annusato” l’atmosfera dalle ore 12 del sabato alle ore 11 della domenica.
Da annotare, ancora, con riguardo alla metodologia dell’indagine, come le due strade prese in considerazione siano una parallela all’altra e, quindi, ricadenti nella medesima area del territorio milanese.
Quale il responso dell’analisi?
Ebbene, nella strada pedonale, ad alta incidenza di fumatori, come prima detto, causa l’abbondare di localini di intrattenimento con dehors, i parametri erano peggiori rispetto a quelli della via a circolazione veicolare.
E, nota di ulteriore significato, dal momento che il rilevatore ha recato i risultati ora per ora, ci si è resi conto di come i valori, nella strada pedonale, fossero chiaramente peggiori durante l’orario dell’aperitivo, ovvero quello a maggiore concentrazione di fumo.
Su questo aspetto sono venute, tramite le colonne di truenews.it, le parole di Stefano Consonni dell’associazione meneghina Ideal che, nel contesto di una più ampia riflessione tesa a razionalizzare il fumo “open air”, ha osservato come sussista la necessità di riservare dehors ai non fumatori.
L’ASSOCIAZIONE IDEAL AUSPICA UN DIVIETO DI FUMO “OPEN AIR” NAZIONALE
“La libertà di fumare, a nostro avviso, finisce dove inizia quella degli altri – ha fatto presente il medesimo – ed è su questa base che chiediamo i dehor “senza fumo.
La ratio è che una persona possa fumare, ma a 10 metri di distanza da un’altra persona. Anche ora che si stanno dando, a livello comunale, concessioni gratis a bar e ristoranti, perchè non vincolarle a zone smoking free?
Anche questo è un modo per fare abituare le persone.
Il fumo passivo, specie per i fragili, è dannoso e non fa che aumentare il rischio delle malattie legate al tabagismo”.
Come detto, la riflessione di “Ideal” è ben più ampia ed auspica la ripartenza della proposta di legge Auddino, quella che ha ad oggetto la introduzione, a livello nazionale, di un generico divieto di fumare all’aperto.
Un divieto che, vedi Milano, è, per ora, oggetto di iniziativa di singole realtà comunali.
“Ad oggi quello che possiamo fare come associazione è cercare di sollevare il tema – ha commentato – ha chiuso Stefano Consonni ancora attraverso truenews.it – e aprire un dibattito che sia anche culturale.
Oggi si pensa che fumare ovunque sia un diritto, ma questo paradigma va ribaltato.
Ci vorrà tempo perché questo accada, ma le istituzioni devono fare la loro parte“.
- Scritto da Arcangelo Bove