“La Commissione europea ignora i milioni di persone che sono passate dal fumo allo svapo, ignora la scienza, i fatti reali e le nostre istanze”.
La Sigla “World Vaper Alliance” prende posizione netta per esprimere disappunto e condanna all’indomani della nuova iniziativa dell’Organismo di Bruxelles.
La Commissione europea, infatti, nella giornata di Giovedì 20 Maggio, ha depositato in via definitiva e perentoria la propria relazione “al Parlamento, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni sull’applicazione della direttiva 2014/40 relativa fabbricazione, presentazione e vendita del tabacco e dei prodotti correlati”.
Una relazione che, in sostanza, riproduce integralmente l’atteggiamento di scetticismo, diffidenza e preclusione che già si erano palesati nel rapporto Scheer, Organo scientifico della Ue cui la medesima Commissione si era rivolta per un consulto.
E le cui indicazioni, in un atteggiamento di totale sordità rispetto alle proteste giunte, sono state integralmente acquisite.
“La Commissione europea ha pubblicato il suo rapporto sull’applicazione della direttiva sui prodotti del tabacco – proseguono dalla WVA – La Comunità dello svapo attendeva con ansia la pubblicazione di tale rapporto dal momento che dallo stesso si sarebbero potute trarre indicazioni su quelli che saranno i contenuti della prossima revisione Tpd.
Il rapporto è vago – incalzano dal sodalizio – quando tratta delle sigarette elettroniche e ripropone le medesime ipotesi e raccomandazioni del rapporto Scheer.
Con quest’ultimo che già aveva dimostrato di basarsi su prove deboli utilizzando affermazioni infondate, richiamando studi di parte.
L’Unione europea deve ancora differenziare le sigarette elettroniche dalle sigarette convenzionali.
“UN ATTO DI PALESE ARROGANZA”
E ciò che è preoccupante è che l’Europa sembra criticare enormemente gli aromi ed il potenziale dello svapo per smettere di fumare.
Ancora più preoccupante, le conclusioni sembrano indicare che l’Ue non abbia deciso ancora se le sigarette elettroniche siano da considerare, nelle sue valutazioni, un prodotto di consumo o medico.
Con un atto di palese arroganza, poi, in questa stessa relazione – prosegue l’analisi WVA – la Commissione canta le proprie lodi.
La relazione afferma spudoratamente, infatti, come la ragione della riduzione dei tassi di fumo in Europa viva interamente nella direttiva sui prodotti del tabacco.
Un’uscita che ignora i milioni di persone che sono passate dal fumo allo svapo, ignora la scienza, i fatti e le nostre voci.
Presumono che gli aumenti fiscali, la semplificazione degli imballaggi siano stati i fattori capaci di abbattere il numero dei fumatori e dimenticano l’incredibile influenza che, invece, hanno avuto le alternative meno dannose come lo svapo.
Fortunatamente, la Commissione non può operare in totale autonomia nella direzione di questa malaugurata svolta: i Governi nazionali esamineranno questo rapporto insieme ad altre informazioni che gli stessi riceveranno e faranno le loro autonome valutazioni.
Quindi, sta a noi – la conclusione della nota – vapers e sostenitori dello svapo, far comprendere alle Istituzioni competenti come adottare un approccio proibizionista allo svapo, aprire la porta ai divieti, aumentare i prezzi sia un percorso che finirà per costringere milioni di vapers europei a tornare a fumare”
- Scritto da Italo Di Dio