Se – paradossalmente – le sigarette elettroniche sostituissero integralmente il fumo, sarebbe eliminata quella che, oggi giorno, è tra le principali cause di inquinamento del mare e dei litorali.
Le cicche di sigarette, infatti, continuano a rappresentare, nonostante le mille campagne di sensibilizzazione e, nonostante le molteplici iniziative “smoking free” intraprese su più spiagge nazionali, uno dei principali fattori di contaminazione dell’ambiente marino.
A confermarlo, cifre alla mano, sono i risultati di “Beach Litter 2021”, approfondimento condotto da Legambiente.
Un approfondimento che ha potuto appurare come, sulle coste italiane, si rinvenga la presenza media di 783 rifiuti ogni 100 metri lineari di spiaggia.
Quarantasette le spiagge campionate, sparse su tredici regioni (Abruzzo, Basilicata, Toscana, Calabria, Campania, Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Veneto) per un totale di 176 chilometri di battigia passata al setaccio.
Ed i risultati sono stati, come detto, tutt’altro che confortanti.
Le spiagge sono sempre più ricettacolo di immondizia di vario genere con una schiacciante incidenza delle plastiche, che compongono l’84 percentuale dei prodotti rinvenuti.
Per quanto riguarda, invece, la sottocategoria dei rifiuti spiaggiati – ovvero quelli depositati in mare e, quindi, trasportati sulla terraferma – la seconda piazza (dopo il gruppo plastiche-polisterolo) è data dalle cicche di sigarette che rappresentano l’8,6% del totale.
IN ITALIA OGNI ANNO PRODOTTI 68 MILIARDI DI CICCHE
Si tratta di residui di sigarette che vengono gettati da barche ed imbarcazioni varie per essere poi trasportati dalla corrente fin sulle spiagge.
A questi, poi, si sommano anche quelle gettate direttamente sul litorale dai bagnanti: una pratica che, ovviamente, è fortemente più incisiva nelle spiagge libere considerandosi come nei lidi vigano precise regole per quel che riguarda il deposito – prevalentemente da effettuarsi in appositi contenitori collocati in corrispondenza di ogni ombrellone – senza dimenticare come, in molti contesti comunali, vengano poste ordinanze di completo divieto di fumo.
La sigaretta elettronica, quindi, anche da questo punto di vista, presenta vantaggi schiaccianti: il suo uso esclusivo in luogo della pratica tabagista risparmierebbe – restando ad un discorso strettamente ambientale – nella sola Italia, in un solo anno, la produzione di 68 miliardi di cicche.
Tante quante sono le sigarette fumate nel Belpaese nell’arco di dodici mesi.
E si pensi che per lo smaltimento di una cicca, in mare, (si consideri, in particolare, il filtro) possano occorrere fino a dodici anni.
E, tra benzene, ammoniaca e acido cianidrico, tutte cosette cancerogene, la cicca tutto è tranne che una boccata di salute.
- Scritto da Arcangelo Bove