“Battaglia vinta? Non direi: i numeri continuano ad essere ancora molto difficili”.
Così Giovanni Li Volti, Direttore Coehar, in esordio dei lavori sviluppatisi a Catania, questa mattina, per l’occasione data dal convegno promosso in coincidenza della “Giornata mondiale senza tabacco”.
“Quattro giorni fa – ha proseguito Li Volti – sono emersi i numeri 2020 sul numero dei fumatori.
Se ne stimano 1,5 miliardi in tutto il mondo, si tratta con tutta evidenza di dati tutt’altro che incoraggianti.
Ovviamente c’è anche chi smette.
Il punto è che politicamente si fa davvero troppo poco per questi pazienti”.
Il docente della UniCatania ha, quindi, affrontato l’aspetto legato all’approccio che, molto frequentemente, si ha in ambito sanitario nella gestione della persona che è fumatrice
“I pazienti spesso si sentono dire: lei deve smettere di fumare.
Questo è facile a dirsi ma, piuttosto, ci dovremmo domandare: come aiutiamo effettivamente questa persona a smettere di fumare, quale strategia andiamo ad adottare per poter cogliere questo risultato?
Ebbene – ha proseguito Li Volti – il Coehar si occupa proprio di questo: ovvero di ridurre il rischio.
Effettivamente esistono strategie, device che sono certamente meno tossici”.
L’alto esponente Coehar, ancora, ha proseguito nella sua relazione snocciolando dati e cifre che non sono figlie del chiacchiericcio.
Bensì di studi condotti con rigore scientifico
“POSIZIONE COMUNITA’ EUROPEA NON SO SULLA BASE DI COSA”
“Abbiamo condotto uno studio in cinque laboratori in Oman, Serbia, Usa, Indonesia e a Catania: uno studio denominato “Replica” che ha analizzato le cellule epiteliali delle prime vie respiratorie.
Abbiamo assistito, in definitiva, ad una riduzione del danno nella misura del 90% percentuale”.
Il ricercatore ha anche precisato come le conclusioni dei lavori condotti siano in “open access”, ovvero fruibili a tutti: un dato tutt’altro che trascurabile se è vero come, da più parti, e purtroppo anche da significativi livelli istituzionali, giungano “strali” contro la sigaretta elettronica che, però, sono privi del sostegno di validi argomenti e teorie a loro riprova.
“Oggi la Comunità europea – ha annotato ancora lo studioso siciliano, avviandosi a conclusione – pone in essere politiche miopi su questi device affermando come essi non siano utili.
E lo afferma sulla base di non so quali dati scientifici”
- Scritto da Arcangelo Bove