Lo studio Coehar e le prospettive sempre più convincenti che lo stesso sta aprendo per quel che riguarda la gestione della Broncopneumatia cronico ostruttiva.
Non uno scherzetto, la Broncopneumatia cronico ostruttiva, meglio nota come Bpco, ma una patologia che, secondo le stime dell’Organizzazione mondiale Sanità, rappresenta la terza causa di morte su scala mondiale dopo quelle coronariche e l’ictus.
E tra le cause scatenanti dell’affezione vi è, tanto per cambiare, il fumo di sigaretta.
La Bpco è una patologia estremamente invalidante che colpisce progressivamente l’apparato respiratorio e che si caratterizza per una progressiva infiammazione del tessuto bronchiale e del parenchima polmonare con relativa, progressiva riduzione dell’afflusso di aria.
Dispnea, tosse i sintomi principali della patologia che non può essere arrestata nel suo incedere ma esclusivamente gestita nella manifestazione dei sintomi.
Come detto, tra i fattori scatenanti troneggia il vizio del fumo, ragion per cui si pone assolutamente centrale la questione data dal paziente, affetto da Bpco, che sia fumatore ed incapace di limitare il consumo di “bionde”.
In tal senso, il soccorso che può venire dalla sigaretta elettronica, argomento centrale del menzionato studio Coehar.
La ricerca condotta dall’Istituto catanese ha stabilito come nel 40 percentuale delle persone, affette da Bpco, transitate dalla sigaretta “classica” a quella elettronica si sia riscontrato un sollievo della sintomatologia.
“Nonostante la dimensione del campione relativamente piccolo – ha sottolineato Polosa ai micofoni Liaf – i risultati di questo studio suggeriscono come l’uso a lungo termine dei sistemi di tabacco riscaldato non rappresenta un problema di salute significativo per i pazienti con Bpco.
Sebbene questa sia la prima volta che uno studio del genere viene effettuato, i risultati sono sorprendenti – ha proseguito l’accademico – La conclusione è coerente con la nostra conoscenza della composizione chimica del fumo di tabacco e della patogenesi della Bpco negli ultimi 30-40 anni.
Siamo convinti che la sostituzione delle sigarette tradizionali con fonti non combustibili di nicotina e, in particolare, con i sistemi di riscaldamento del tabacco, porterà a miglioramenti significativi”.
LA QUESTIONE KAZAKISTAN
Le conclusioni della ricerca hanno avuto una eco significativa fino al Kazakistan.
Ebbene si perchè nell’ex Paese Urss quella data dalla Broncopneumatia è una vera piaga sociale: si stima, infatti, che il numero di quanti portatori della malattia sia stimabile in 1,5 milioni di unità.
Sul punto Bakhyt Tumenova, Presidente Fondazione kazaka “Aman-Saulyk”, che ha richiamato il lavoro Coehar sottolineandone il significato al fine di implementare una politica di sostituzione delle sigarette convenzionali con le e-cig e come questo possa aprire ad un diverso approccio nella prevenzione delle malattie tabacco-correlate.
“I prodotti a base di tabacco – ha specificato la medesima, come riporta Liaf – causano una serie di malattie, tra cui il cancro ai polmoni e la Bpco, che possono causare gravi danni alla salute.
Quando si utilizza il tabacco tradizionale, il fumatore assorbe non solo la nicotina, ma anche circa 6-8 mila diversi composti chimici che si formano durante il fumo, inclusi più di 100 composti molto pericolosi per la salute.
Questo studio – ha proseguito la Tumenova – ha confermato ancora una volta che la principale causa di danni ai polmoni negli esseri umani è il fumo di tabacco che si forma durante la combustione.
Lo studio italiano – la conclusione – ha inoltre dimostrato come i pazienti che sono passati ai sistemi di tabacco riscaldato nonostante abbiano continuato ad assorbire nicotina abbiano migliorato significativamente il decorso della malattia”
- Scritto da Arcangelo Bove