Il segreto per interrompere la dipendenza dal fumo?
Vivrebbe tutto in una preziosa “molecola”.
A rivelarlo sono gli studiosi del Centre for Addiction and Mental Health di Toronto ad esito di una ricerca i cui contenuti sono stati pubblicati sul Journal of Experimental Medicine e rilanciati da ‘scienzenaturali.it’.
Secondo gli studiosi, in particolare, il problema vivrebbe in due recettori celebrali che, anche dopo aver smesso di fumare da settimane (se non mesi), continuerebbero ad inviare gli impulsi del “desiderio di fumo”.
Un vero e proprio corto circuito, un black out in piena regola.
Sarebbe questo difetto, come hanno concluso gli scienziati nordamericani, a portare l’ex fumatore, in ispecie nelle prime fasi di smoking cessation, a ricercare spasmodicamente una “bionda”: la necessità di nicotina, quindi, non vivrebbe in uno scompenso, in una reale esigenza dell’organismo.
STUDIO CONDOTTO A TORONTO
Bensì esclusivamente in un difetto di comunicazione tutto interno i meccanismi a di “dialogo” intercerebrale.
Dal Centre for Addiction and Mental Health di Toronto, quindi, si è compreso come il problema potesse essere risolto mettendo a tacere questi due neurotrasmettitori.
Silenziandoli, spegnendoli.
Ed in questo meccanismo il ruolo centrale sarebbe rivestito da una molecola che, appunto, avrebbe la capacita di sopire i due recettori.
L’esperimento è stato condotto sui ratti e, quanto meno sui roditori, si è palesato come, dopo l’ “inserimento” della molecola, si innescasse un atteggiamento di rifiuto della nicotina.
Ovviamente, il grande salto resta – ma questo è un discorso che si può estendere agli ambiti tutti della scienza – quello di trasferire le conoscenze, i successi acquisiti dall’ambiente del laboratorio, dal test sugli animali al mondo della medicina.
Alla concreta applicazione sugli umani.
“Se l’inibitore funziona – così la testata scientifica nazionale nel riportare le parole degli studiosi canadesi – si potrebbe ridurre, nelle persone che hanno smesso di fumare, il desiderio e la voglia di ricominciare”.
- Scritto da Arcangelo Bove