Ancora una volta l’Italia e, in particolare, l’eccellenza “Coehar” al centro del dibattito scientifico internazionale per quel che riguarda le tematiche del minor danno.
Nella giornata odierna, – Martedi 22 Marzo – “salpa” il progetto Diasmoke (Assessing the impact of combustion free-nicotine delivery technologies in Diabetic Smokers).
Ovvero, come spiegano dall’Istituto catanese guidato dal professore Riccardo Polosa, “uno studio randomizzato, controllato, internazionale, multicentrico” pensato per stabilire se i fumatori affetti da diabete mellito di tipo 2 che passano a nuovi dispositivi possano godere di un miglioramento dei parametri di rischio cardiovascolare in relazione alla non esposizione alle sostanze tossiche della classica.
Il meeting odierno, in svolgimento fino alle ore 17:30 in modalità da remoto, è dedicato, come spiegano dalla Liaf, alla presentazione di tutte le attività previste dal percorso.
Svariati i partner internazionali: oltre ai ricercatori del team di ricerca dell’Università di Catania, saranno presenti rappresentanti dell’Ashford and St Peter’s Hospital NHS di Londra, del Polish Academy of Sciences di Varsavia, i moldavi dell’IMSP Republican Clinical Hospital di Chisinau, gli studiosi del Metanoic Health di Londra.
576 PAZIENTI DIABETICI SARANNO SEGUITI PER DUE ANNI
Previsti gli interventi di Vania Patanè – Vice Rettore dell’Università degli Studi di Catania; Salvatore Baglio, Delegato del Rettore per la Ricerca; Giovanni Li Volti – Direttore del Coehar; Francesco Purrello, Direttore del Dipartimento Medclin; Agostino Consoli, Presidente della Fondazione italiana Diabete e Ricerca ed il Presidente della Società italiana di Diabetologia e Paolo Di Bartolo, Presidente dell’Associazione italiana Diabetologi.
Il percorso si sostanzierà nel reclutamento di 576 pazienti – affetti, ovviamente, della menzionata patologia diabetica – che saranno ripartiti in due gruppi.
Ad uno di essi verrà chiesto di continuare a fumare le consuete sigarette per tutta la durata dello studio – che si snoderà attraverso due anni – ed al secondo gruppo, invece, verrà chiesto di passare allo svapo.
Gli stessi, quindi, verranno monitorati attraverso quattro controlli a tre mesi, sei mesi, un anno e due anni.
Gli screening verificheranno se si assisterà, tra le due coorti, ad una modifica di parametri cardiaci che sono chiave nella gestione e nella prognosi della particolare affezione.
- Scritto da Italo Di Dio