Il Piano anti-cancro europeo continua, nella sua parte relativa a fumo e annessi rimedi, a raccogliere diffuse bocciature.
Anche la scienza italiana a stroncare senza fronzoli eccessivi il documento ratificato dalla Commissione europea laddove appare assurdo e contraddittorio, in particolare, pensare di combattere il fumo combattendo, allo stesso tempo, anche quella che è l’arma migliore, oggi in disponibilità, in chiave di smoking cessation.
“Non si possono equiparare le e-cig e il tabacco riscaldato alle sigarette tradizionali anche perché, a differenza delle sigarette tradizionali, con i nuovi prodotti si ha una riduzione del rischio in quanto non prevedono la combustione di monossido di carbonio, derivati del catrame, idrocarburi aromatici policiclici”.
Così, ad Adnkronos, Andrea Fontanella, Direttore del Dipartimento di Medicina interna dell’Ospedale Fatebenefratelli di Napoli e presidente della Fondazione Fadoi
“Di tutti i tabagisti che dovrebbero smettere di fumare, quanti ci riescono? – si interroga il professionista partenopeo – Un 10%.
Noi medici possiamo forse abbandonare queste persone, le più deboli, al loro destino?
Sarebbe come se in una classe l’insegnante seguisse solo gli alunni bravi e dimenticasse chi è più indietro.
Per questo motivo è a dir poco draconiano il provvedimento della Commissione europea: ignora 30 studi indipendenti e i pareri di oltre 10 Enti regolatori, oltre alle recenti decisioni, come quella della Fda, secondo cui i prodotti senza combustione dovrebbero essere trattati diversamente dalle sigarette per velocizzare il passaggio dei tabagisti dalla sigaretta tradizionale ai prodotti innovativi”.
“SICURAMENTE RAPPRESENTANO IL MALE MINORE”
“Questi dispositivi – incalza Fontanella – dovrebbero essere consigliati al tabagista solo da un medico o dal personale di un Centro antifumo.
Non sto parlando di prescrizione medica, ma di una indicazione”.
Da Napoli a Palermo dove si registra il pensiero, affidato alla medesima Agenzia di stampa nazionale, di Salvatore Novo, Ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare presso l’Università degli Studi di Palermo nonché Presidente del Central European Vascular Forum
“È impossibile far smettere i fumatori più incalliti, neanche con la lupara o le bombe noi medici riusciamo a convincerli – ha esordito Noto – quindi per queste persone sarebbe meglio passare dalle sigarette tradizionali ai nuovi prodotti.
Sia chiaro, non sono privi di rischio, ma sicuramente rappresentano il male minore, in particolare per quei tabagisti che hanno avuto un evento cardiovascolare importante (infarto del miocardio, ictus cerebrale, bypass aortocoronarico) e che, nonostante un quadro clinico difficile – la conclusione – non riescono a smettere di fumare”.
- Scritto da Italo Di Dio