“Il settore vaping italiano incassa una nuova, ingiusta misura.
Noi che, in Europa, già eravamo gli unici (o quasi) a pagare un’imposta sulle sigarette elettroniche e, per di più, l’iva su di essa – di fatto una ridicola e paradossale tassa sulla tassa;
Noi che eravamo già schiacciati da mille adempimenti e dal rispetto di mille parametri.
Ebbene, non contento di tutto ciò, il Governo ci fa questo ulteriore dono di Natale”.
Così Arcangelo Bove, imprenditore leader nel settore svapo e Presidente dell’associazione Unas.
“L’emendamento approvato dalla Commissione Bilancio della Camera dei Deputati, tuttavia – insiste Bove – introduce anche la misura delle fascette anti-contrabbando.
Una soluzione che potenzialmente si potrà rivelare utile per arginare l’illecito, circostanza che non potrà far altro che rallegrare gli imprenditori che operano onestamente, nel pieno rispetto della legalità e versando le dovute somme, fino all’ultimo euro, allo Stato.
Con la cosiddetta fascetta, infatti, si dovrebbe, potenzialmente, azzerare il mercato parallelo del contrabbando che lede allo Stato, agli esercenti onesti, al Fisco, alla salute pubblica.
“SI INASPRISCANO I CONTROLLI”
Chiediamo allo Stato – incalza Bove – che ci stanga ulteriormente, di adoperarsi per il rispetto delle regole, di inasprire i controlli.
Se così non sarà, complice l’aumento della tassazione, non faremo altro che incentivare il mercato nero.
Chiediamo che si ponga fine a questo atteggiamento di menefreghismo.
Sì oscurino i siti pirata, si dia applicazione alle norme e non le si tenga confinate nella teoria.
Questo nuovo aumento fiscale, che giunge nel pieno di un momento di pandemia, rende colma la misura.
Adesso – la conclusione del vertice Unas – chiediamo tutela nel rispetto delle normative vigenti“
- Scritto da Arcangelo Bove