Fumo e svapo, in quel di Singapore non si scherza.
Ben quattordici persone sono state arrestate nello Stato asiatico per aver fatto commercio di sigarette elettroniche ed annessi.
Come è stato accertato dalla “Singapore Health Sciences Authority”, tutti i soggetti in questione avevano provveduto ad acquisire dispositivi elettronici e liquidi attraverso canali esteri – sebbene non è chiaro come abbiamo fatto ad entrarne in materiale possesso.
Quindi avrebbero rivenduto il materiale entro il territorio nazionale sfruttando i locali social e piattaforme varie di vendita on line.
Una condotta che è severamente vietata nel Paese in questione, realtà entro la quale vige una delle legislazioni più severe in materia nel panorama internazionale.
Non a caso, il Tribunale è stato durissimo con i quattordici imputati condannando tutti essi alla detenzione carceraria e comminando, allo stesso tempo, sanzioni per complessivi 255.500 dollari.
“Singapore – commentano fonti delle Autorità locali – ha attivato una grande attenzione al fine di evitare l’importazione di prodotti del settore vaping entro i confini nazionali”.
DAL 2018 SONO 35 LE PERSONE ARRESTATE
Una politica di massima intransigenza, di assoluta chiusura che, ovviamente, non ha riscontro alcuno dal punto di vista scientifico.
Non sono le prime condanne, ovviamente, quelle appena partorite dal Tribunale di Singapore: dal 2018 ad oggi sono ben 35 le persone che sono finite in gattabuia perchè ritenute colpevoli di aver commercializzato in vaping.
Una “pena” che, del resto, è proporzionale all’andazzo che si registra nel Paese.
A Singapore, infatti, la sigaretta elettronica non è assolutamente ammessa.
Non solo non si può commercializzare ma non si può neppure utilizzare.
Neppure in modalità “private”.
Una equiparazione sigaretta elettronica uguale droga, per intendersi.
Più tenue ma comunque rigorosa la normativa in tema di fumo.
La sigaretta “normale” – alla faccia delle teorie del minor danno, che a queste latitudini funziona al contrario – è globalmente ammessa sebbene essa non possa essere “accesa” in molti luoghi pubblici pena una sanzione equivalente a 650 dei nostri euro
- Scritto da Arcangelo Bove