La sigaretta elettronica è decisamente più efficace, in chiave di smoking cessation, rispetto alle terapie sostitutive fatte di farmaci e di cerotti.
E’ questo il risultato di approfondimento condotto da un pool di scienziati e ricercatori del calibro di Di Piazza, Caponnetto, Askin, Christos, Maglia, Gautam, Roche e Polosa e pubblicato su “Harm Reduction Journal”.
Ebbene, il punto di forza del vaping nel processo di addio al fumo sarebbe giocato, come hanno potuto appurare i curatori dell’analisi, dall’effetto sensoriale.
L’84% dei partecipanti al percorso – chiariscono dalla Liaf – ha fatto presente come la sensazione insita nel vapore sia di fondamentale significato nell’ottica di smettere di fumare.
E, addirittura, una percentuale pari al 91 dei partecipanti al percorso ritiene che le sensazioni che si abbinano all’uso di sigarette elettroniche abbiano giocato un ruolo centrale al successo della cessazione.
NEL PROGETTO CAMPIONATE 156 PERSONE
Ad essere testate le vicende di 156 persone che avevano fallito nel loro tentativo di smoking cessation con la farmacologia ma avevano colto l’obiettivo con le e-cig.
Ragionandosi sul “peso” che, in questo percorso, ha potuto giocare il fattore della sensorialità.
Intentendosi con ciò la soddisfazione data dalla manualità, la “masticazione” del vapore, il piacere respiratorio.
Ed, ancora, la percezione del vapore in gola, il desiderio di assaporare, annusare, guardare il vapore.
Per dirla breve, la ritualità, il piacere della sigaretta elettronica.
“Le esperienze sensoriali date dalle sigarette elettroniche – ha fatto presente Riccardo Polosa, Direttore del Coehar, ovvero Centro di Ricerca per la Riduzione del danno da Fumo dell’Università degli Studi di Catania – possono aiutare chi non riesce a smettere di fumare con i classici farmaci antifumo perché il fumatore potrebbe preferire prodotti sostitutivi con caratteristiche simili all’atto del fumare (nicotina, fumo, gusto, gestualità, etc) piuttosto che essere medicalizzato”.
CEROTTI E FARMACI TRASFORMANO IL PERCORSO IN UNA FASE MEDICA
“E’ chiaro – gli ha fatto eco Pasquale Caponnetto, anch’egli dell’Ateneo catanese – che il campione è rappresentato da persone soddisfatte da questo cambiamento ma all’interno di un processo di ricerca di cure atte a distaccare le persone da sostanze nocive che creano dipendenza di certo non si può trascurare l’enorme impatto che possono avere gli aspetti sensoriali percettivi in grado di modificare radicati schemi cognitivi, comportamentali e perfino emotivo relazionali”.
Un complesso di percezioni, quindi, un coinvolgimento dei cinque sensi che – proprio dello svapo – non può lontanamente essere ritrovato nelle altre soluzioni – si vedano i menzionati farmaci e cerotti – che, piuttosto, trasformano la fase di addio al fumo in una sorta di percorso medico-terapeutico.
- Scritto da Arcangelo Bove