Cosa fare per non ricadere nella tentazione di riaccendere una sigaretta?
E’ fondamentale tenere viva quella motivazione che aveva portato ad intraprendere il discorso di “smoking cessation”.
Questo è quanto sostengono gli esperti della “Fondazione Veronesi”.
Non sarà, certo, una novità “sensazionale” quella recata dai ricercatori ma, tuttavia, rispecchia quella che è, in effetti, la grande questione che pende su quanti siano desiderosi di mandare in soffitta, una volta per tutte, il rapporto con le “bionde”.
Come fanno presente dalla Fondazione recante il nome del grande oncologo nostrano, il pericolo di riaccendere una sigaretta è altissimo, obiettivamente, durante le prime settimane di “sospensione”.
IL VERO NEMICO E’ L’ASTINENZA DALLA NICOTINA
Le prime tre-quattro settimane sarebbero quelle a maggiore criticità: in questo arco temporale, infatti, si concentrerebbe il maggior numero di fallimenti.
A gravare in modo pesante sugli insuccessi sarebbe il vero e proprio effetto-astinenza: il brusco calo della nicotina nell’organismo non sarebbe sopportabile, tollerabile.
Un vero e proprio bisogno fisiologico che, tuttavia, invitano e spronano dalla “Veronesi”, deve e può essere compensato dal fattore, appunto, “motivazionale”.
Giorno per giorno, infatti, bisogna autorinnovare, autostimolarsi ricordando quello che è stato l’impulso che ha portato a fare il primo passo lungo una strada libera dal fumo.
Che sia una problematica di salute o altro, questo “quid” deve essere quotidianamente rifissato nell’agenda delle priorità.
RICADERE NEL VIZIO? NON C’E’ UN MARGINE TEMPORALE DI SICUREZZA
E guai a sentirsi al riparo dalla tentazione: i ricercatori in questione, infatti, non hanno indicato un preciso giro di boa temporale che “certificherebbe” la avvenuta fuoriuscita dal vizio.
Tutto molto personale, soggettivo e relativo.
Dalla “Fondazione”, tuttavia, si fa riferimento, come nel passaggio in questione, solo ad un discorso di volontà.
La percentuale di insuccessi potrebbe essere abbattuta se solo si affiancasse, al fattore volontà, un sostegno, una stampella che agevoli gli aspiranti ex fumatori nel personale percorso?
Potrebbe essere questa soluzione rappresentata dalla sigaretta elettronica?
E’ questo l’interrogativo che ci poniamo, è questo lo spunto di riflessione che poniamo all’attenzione di studiosi del calibro della “Veronesi”.
Con la speranza che essi, con la loro autonomia di mezzi e di professionalità, possano farsi carico di approfondire la particolare possibilità
- Scritto da Italo Di Dio