Malattie all’apparato respiratorio e sigarette elettroniche, chi l’ha detto che vi sia una relazione?
Una ricerca targata Usa, rilanciata dalla Lega italiana anti fumo, smonta quello che è uno dei cavalli di battaglia dei teorici dei principi anti-svapo.
Quelli che sostengono, cioè, come la sigaretta elettronica possa causare danni a carico dell’apparato respiratorio. Un fare di tutt’erba un fascio che fa comodo ai detrattori della sigaretta elettronica che hanno tutto l’interesse a “distrarre” la Comunità dai danni a carico della salute determinati dal fumo classico. Verità conclamata che macina 8 milioni di morti/anno.
E, invece, si pensa a ipotizzare possibili danni che la sigaretta elettronica – se, forse, un giorno – potrebbero causare al consumatore.
Tutte ipotesi, tutte teorie dal momento che, ora come ora, a distanza di dieci anni dalla entrata sul mercato di tali dispositivi, non risultano morti svapo/correlate.
Ben vengano, quindi, gli studi che restituiscono verità e, soprattutto, mostrano rispetto verso i consumatori. Perchè se la sigaretta elettronica non è pura come l’ossigeno, certamente fa molto (ma molto) meno male delle “classiche” potendo, quindi, rappresentare una valida stampella per quanti vogliano sottrarsi al vizio.
“Non esiste alcuna prova che l’uso attuale o precedente di sigarette elettroniche sia associato a malattie respiratorie”: queste le conclusioni dell’approfondimento condotto dai ricercatori della Cornell University che, guidati dal professore Don Kenkel, hanno contestato le risultanze di un precedente approfondimento a firma di Dharma Bhatta e Stanton Glantz dell’Università della California.
STUDIO…SBUGIARDA STUDIO
Uno studio che ipotizzava come svapare fosse “fattore di rischio per lo sviluppo di malattie respiratorie”. A sbugiardare quest’ultimo studio ci ha pensato, però, quello di Don Kenkel. Ebbene si, perchè – clamoroso – la ricerca che voleva provare come svapare fosse pratica dannosa per la salute respiratoria ha preso in considerazione persone che sono anche…fumatrici di sigaretta.
Tra le 17.601 situazioni osservate, oggetto dell’indagine, infatti, vi erano utilizzatori di sigarette elettroniche – si – con, però, un passato da tabagista o, addirittura, attualmente anche tabagiste.
Come è provabile, quindi, che l’insorgere di malattie respiratorie, riscontratosi in alcuni dei soggetti osservati, possa essere ricondotto allo svapo e non al presente o al passato da fumatore?
Per di più, i soggetti osservati, svapatori, che non avevano mai avuto a che fare con le sigarette, non hanno registrato l’insorgere di patologia respiratoria alcuna.
Semmai, quindi, le conclusioni di questo pseudo-studio potrebbero dimostrare proprio il contrario di quanto sbandierato.
E, si badi, ulteriore elemento raccapricciante, tale studio ha goduto di sovvenzioni statali nella misura di 13,6 milioni di dollari.
“E’ intollerabile – osservano, al riguardo, giustamente dalla Liaf – che i fondi pubblici siano utilizzati nella produzione di ricerche scientificamente infondate”
- Scritto da Arcangelo Bove