I fumatori sembrerebbero essere protetti dalla nicotina in termini di contagio.
Ma, tra i pazienti che necessitano di ricoveri, sono proprio i fumatori a presentare un più alto tasso di complicanze rispetto ai non fumatori.
Sono queste le conclusioni di una meta-analisi, ovvero di un approfondimento di secondo livello condotto su precedenti studi già effettuati in materia.
In particolare, ricercatori delle Università di Catania, New York, Patras e dell’Attica Occidentale hanno preso in esame le conclusioni partorite da 30 approfondimenti che, a loro volta, avevano esaminato la condizione di 11.104 pazienti, positivi al Covid, ricoverati presso varie strutture, 961 dei quali fumatori.
Si è notato, quindi, come, rispetto al numero complessivo di fumatori nella popolazione, si riscontrava un numero di fumatori Covid+ ricoverati che era tra le tre e le quattro volte inferiore alle cifre attese.
Tuttavia, di contraltare, si è rilevato come, tra i fumatori ricoverati, vi erano percentuali di complicanze superiori a quelle della popolazione generale fino al 59% in più.
Si conferma, in definitiva, come la nicotina possa avere un fattore protettivo in termini di trasmissione del virus: come se, cioè, tale sostanza possa fare da “scudo” al contagio.
Nel momento in cui, però, un fumatore si becca il virus, è più facile che si vada verso lo sviluppo di una forma più grave della malattia. Quindi un maggior numero di complicanze ma non rispetto alla popolazione fumatrice in generale ma rispetto a quella ricoverata. “Questi risultati – come ha osservato Kostantinos Farsalinos – supportano in pieno la nostra ipotesi, presentata sin da Aprile, che la nicotina possa avere effetti terapeutici in casi di contagio. Questo deve essere esaminato urgentemente”.
IL RUOLO DELLA SOSTANZA NELLA POSSIBILE GESTIONE DI FUTURI MALATI
L’oggetto delle riflessione, nella pratica, riguarda, appunto, il ruolo della nicotina.
I pazienti fumatori che si scoprono Covid+, infatti, vengono, all’atto del ricovero, giustamente privati delle sigarette.
Ma, in questo modo, anche della nicotina che, come detto, potrebbe giocare un ruolo favorevole per quel che riguarda la gestione della malattia.
Potrebbe essere l’improvvisa interruzione nella assunzione di nicotina a determinare la prognosi più grave? Potrebbe essere questa brusca privazione a scatenare la tempesta micidiale di citochine? Si potrebbe valutare, durante la fase del ricovero del paziente Coronavirus positivo e fumatore, una somministrazione per via alternativa della nicotina?
Sono questi gli interrogativi che si levano ad esito della meta analisi e che pretendono una attenta valutazione ai fini della gestione delle future ospedalizzazioni
- Scritto da Italo Di Dio