Potete stare tranquilli: nelle nubi di vapore prodotte dalla sigaretta elettronica non si rinviene traccia di saliva in quantità significative. Per questo motivo, è da escludersi che lo “svapo” possa rappresentare un pericolo in termini di contagio da Covid.
A spegnere l’ennesimo fuoco appiccato dai complottisti anti-sigaretta elettronica è Fabio Beatrice, pneumologo e Direttore del Centro antifumo presso il “San Giovanni Bosco” di Torino.
Il professionista è tornato ad intervenire all’indomani di più di una voce allarmistica che, suggestionata dal grande “impatto” visivo determinato dallo svapare, riteneva come i consumatori di sigarette elettroniche fossero, qualora positivi al Covid, da identificare quali “untori”.
“Le sigarette elettroniche – ha esordito Beatrice – non presentano alcun rischio di diffondere il virus a meno che non si sia positivi e si tossisca mentre si esala il vapore.
Va precisato, inoltre che ciò che viene espirato dalle sigarette elettroniche non è saliva ma vapore, glicole propilenico, glicerina e sostanze chimiche aromatizzanti in cui possono essere presenti particelle microscopiche di saliva in quantità così trascurabili da non poter ragionevolmente veicolare il virus.
Uno svapatore positivo al Covid-19 non può essere considerato un vettore del virus a meno che non tossisca nel momento esatto in cui espira il vapore”.
IL DISCORSO VALE PER TUTTI GLI AGENTI VIRALI
Il discorso dello pneumologo assume grande attualità in tempi di Covid ma, ovviamente, si può estendere a tutti gli agenti virali e batterici che possono essere trasmessi dall’uomo.
Che sia influenza o un banale raffreddore, nella nube della sigaretta elettronica non vi è componente salivare in termini significativi e, pertanto, non vi è rischio di contrarre alcunchè.
Il tema, come si ricorda, fu portato recentemente alla ribalta anche da alcuni parlamentari che avevano proposto la messa al bando delle e-cig, in tempi di svapo, proprio nella infondata convinzione che tali dispositivi potessero trasportare e spargere vagonate di virus-Covid. Laddove è anche da annotare, però – aprendo e chiudendo parentesi – come siffatte discussioni non si siano levate con riguardo al fumo da sigaretta classica.
Al di la questo, proseguendo, Beatrice, in conclusione della propria analisi, taglia la testa al toro (ed alla discussione) richiamando quelle che sono le norme in fatto di mascherine e di distanziamento sociale.
“Pare quanto meno singolare – si avvia a concludere il medico del San Giovanni Bosco – l’idea che si possa svapare in presenza di soggetti terzi dal momento che l’indicazione del decreto parla dell’utilizzo di mascherine obbligatorio in presenza di altre persone, come strumento di protezione per tutti specialmente nei luoghi di lavoro dove saranno applicati protocolli severi. Chi vuole usare la e-cig dovrà farlo, quindi, da solo e possibilmente all’esterno. Così indicano le norme del divieto di fumo negli ambienti di lavoro”.
- Scritto da Arcangelo Bove