Fumatrici aspiranti mamme? Non avete alternativa. Per amore della creatura che portate (o porterete) in grembo, dovete obbligatoriamente gettare nel secchio della spazzatura le sigarette.
Lo afferma in modo abbastanza chiaro la dottoressa Licia Siracusano, coordinatrice del Centro Antifumo di Humanitas.
Malformazioni nel feto e ritardi nella crescita tra i possibili effetti collaterali dell’esposizione del nascituro al fumo.
E poco importa se la mamma sia una fumatrice o se la stessa, per particolari motivi, sia con frequenza esposta al fumo passivo. Come viene evidenziato dalla professionista in questione, infatti, il fumo – che il bimbo assorbe tramite la circolazione sanguigna e, quindi, attraverso la placenta – impatterebbe in modo estremamente più importante su una creatura in formazione.
Che, in quanto tale, non ha ancora organi definiti e, quindi, un apparato che, nella sua complessità, possa essere in grado di smaltire scorie e tossine connesse al fumo. Ma v’è di più.
Un dato statistico alquanto allarmante, infatti, indica come un piccolo su sette, di madre fumatrice, nasca pretermine. Se tale circostanza, infatti, tra le donne non fumatrici è pari alla misura del 20 percentuale, entro la sfera delle tabagiste giunge a toccare quota 27%. Non poco.
POSSIBILE RELAZIONE ANCHE CON ASMA NEL PRIMO ANNO DI VITA
E, inoltre, tra le donne che fumano più di venti sigarette al giorno, si denota un rischio di distacco della placenta doppio rispetto a quelle delle “colleghe” di pancia che non hanno il vizio delle “classiche”. Ma la lista della spesa è ancora lunga.
Ritardo nella crescita e scarso aumento di peso intrauterini sono altri effetti collaterali del fumo durante il pancione. E, addirittura, dalla ricerca sarebbe emerso come già cinque sigarette al giorno basterebbero per far si che il nuovo nato venga alla luce con un peso, mediamente, di 150 grammi inferiore a quello di un bimbo figlio di mamma non fumatrice.
La ricerca targata Humanitas, ancora, sottolinea come la condizione di fumo in gravidanza possa portare ad un rischio pari al 30% di attacchi asmatici, a carico del nuovo nato, nel primo anno di vita. In definitiva: ne vale la pena?
- Scritto da Italo Di Dio