Ai tempi del Covid, lo spauracchio del contagio può diventare occasione utile per tentare di demonizzare la sigaretta elettronica.
Ed ecco che spunta fuori la nuova teoria: lo svapare contribuisce a diffondere il virus. Il nuvolone, infatti, sarebbe, secondo i sostenitori di questa “linea”, vettore del virus. Trasportato a metri di distanza sulle ali delle comode nubi di svapo.
In questo senso si è espresso Tom McLean, microbiologo scozzese, che praticamente ha messo sullo stesso piano, nell’ottica di un possibile contagio, l’atto di “soffiare vapore” e quello di “sputare in faccia” al primo che capita.
“Se qualcuno ha il Coronavirus e sta svapando – aveva ancora esposto il ricercatore scozzese – lo diffonderebbe a molte persone allo stesso tempo”. Uscite come questa sono abbondate nel web, nelle ultime settimane, tant’è che è anche dal Parlamento nazionale si erano levate riflessioni circa la opportunità di limitare l’uso dell’elettronica in contesto pubblico, proprio come misura anti-epidemia.
BENOWITZ “NEL VAPORE NON C’È SALIVA”
Rispetto a queste preoccupazioni, tuttavia, sono giunte precisazioni che hanno voluto tranquillizzare un po’ tutti. Utilizzatori e non.
“Il vapore espulso di sigaretta elettronica è costituito da particelle molto piccole di acqua, glicole propilenico e glicerina e sostanze chimiche aromatizzanti, non goccioline di saliva – ha affermato Neal Benowitz, Professore di Medicina dell’Università della California a San Francisco – L’aerosol da vaporizzazione evapora molto rapidamente – ha proseguito lo stesso – mentre le particelle che vengono emesse quando si tossisce o starnutisce sono particelle di grandi dimensioni che persistono nell’aria per un periodo di tempo relativamente lungo. Pertanto, non penserei che i vapers presentino alcun rischio di diffusione di Covid-19”.
La famosa nuvola, quindi, oltre ad avere un notevole impatto “scenico”, non contiene saliva né, quindi, virus. Ma altre sostanze che non possono avere la forza di trasmettere il Covid. Ovviamente il discorso non varrebbe, come specifica Benowitz, se si tossisse nell’atto di espirare il vapore.
Ma, in questo caso, il problema non sarebbe rappresentato dal vapore bensì dal colpo di tosse stesso. Il che è altra cosa.
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- Scritto da Arcangelo Bove