“Se la scienza non rimane terza perde di credibilità”.
È un richiamo al buonsenso quello che viene da Fabio Beatrice, affermato pneumologo nonché Direttore del Centro antifumo di Torino. Il medico ha affidato ancora una volta ai social personali di flessioni; questa volta con riguardo al’imbarazzante caso dello studio, a tinte fosche sulla sigaretta elettronica, recentemente ritirato da una prestigiosa rivista scientifica americana. Argomento che negli ultimi giorni sta avendo fortissimo di salto anche sulla stampa nazionale nostrana.
“Nell’agosto 2019 – ricorda Beatrice – usciva sulla prestigiosa rivista americana J Am Heart Assoc un lavoro a firma di Bhatta e Glantz, autorevolissimi cardiologi americani, una ricerca che sostanzialmente diceva che la sigaretta elettronica era più pericolosa di quella tradizionale relativamente al rischio di infarto. Stava scoppiando Evali in quel periodo e, nonostante questo, molti di noi rimasero stupiti dinanzi ad una affermazione così forte ed anche contraria al comune buon senso. Nel gennaio 2020 – ricostruisce ancora lo pneumologo – sedici esperti internazionali, con una lettera indirizzata agli editori della rivista, chiedevano il ritiro del lavoro.
“DATABASE NON DISPONIBILE, DIFESA GROTTESCA”
L’autodifesa degli autori era imbarazzante: non potevano rispondere ai quesiti ricevuti perché il database non era più disponibile”.
Una scusa decisamente grottesca e che rasenta, effettivamente, la soglia dell’imbarazzante.
“Il lavoro veniva ritirato – ancora Fabio Beatrice – ma questo poneva ovviamente dubbi sull’intero processo editoriale di una prestigiosa rivista. Questa vicenda dimostra che scienziati e fumatori meritano informazioni indipendenti, corrette, non viziate da posizioni ideologiche e forzature. Uno strumento potenzialmente assai utile per i fumatori incalliti ,come la sigaretta elettronica, va maneggiato con cura da tutti per comprenderne fino in fondo vantaggi e limiti. Speriamo che vicende come questa non si ripetano.
Noi la sigaretta elettronica la proponiamo come seconda linea a chi non ce la fa a smettere. Proprio due giorni fa un cardiopatico diabetico serio, disperato e che si era fermato a 10 nel percorso di cessazione conforme a linee guida, è tornato dopo switch non duale a e-cig da noi sostenuto con procedura MB, con una normalizzazione del valore di CO da 2,46 a 0,24. Lo avremmo perso definitivamente. Si sarebbe perso. Era felice e vedeva un futuro. Questa – la conclusione dell’esperto – è riduzione del rischio in una alleanza terapeutica“.
La necessità di una scienza e di un’attività di ricerca che non siano precostituite, pilotate e prezzolate. Ma rigorosa nella sua indipendenza ed incondizionata. E non solo con riguardo al discorso del fumo e delle sigarette elettroniche. Perché scienza, talvolta, può e deve anche fare rima con coscienza.
- Scritto da Arcangelo Bove