“Bisogna smettere di fumare, implementare le politiche di contrasto, tutelare i giovanissimi e contrastare il fumo passivo. Ma i dati che abbiamo sulle e-cig a tabacco riscaldato ci dicono anche che questi prodotti espongono in modo sostanzialmente ridotto alle sostanze tossiche”.
Così Laura Rosen del Department of Health Promotion della Tel Aviv University, interpellata da Adnkronos salute sulle sigarette elettroniche.
“Occorrono più dati a lungo termine per valutare appieno le sigarette elettroniche – così l’esperta – e bisogna poterle confrontare con quelle tradizionali e con il fatto di non fumare. Oggi la mia raccomandazione è quella di smettere di fumare al più presto, ma in linea di principio sono favorevole alla riduzione del danno”.
Un miliardo di adulti fumatori nel mondo, con un calo della prevalenza del tabagismo, stimato dal 22 al 19%, da qui al 2025; Con un numero totale dei fumatori che, però, in termini assoluti, a causa dell’aumento della popolazione mondiale, dovrebbe sostanzialmente restare inalterato. Undici milioni 600.000, venendo all’Italia, il numero degli aficionados alle sigarette classiche.
Questi i grandi numeri emersi a margine della Conferenza internazionale sulla riduzione del danno nelle malattie non trasmissibili, in corso a Parigi.
A preoccupare gli specialisti – sempre come rivela Adnkronos salute – è (anche) la crescita delle donne che fumano. Nel nostro Paese, evidenzia ancora l’Agenzia di stampa nazionale, le fumatrici sono aumentate soprattutto nelle regioni del Sud (22,4%, contro il 12,1% al Centro e il 14% al Nord). E se nell’incontro di Parigi sono state sottolineate da più parti le difficoltà di riuscire a dire addio alle ‘bionde’, gli ex fumatori sono circa il 12,1% della popolazione italiana.
“Smettere di fumare è davvero importante. Nel secolo scorso abbiamo avuto 100 milioni di morti nel mondo legate al tabacco e per questo secolo le cose non andranno meglio: avremo un miliardo di decessi correlati al fumo – ancora Rosen – Oggi sappiamo che i danni da fumo sono collegati alla combustione e abbiamo a disposizione diversi device pensati per aiutare a smettere. Farlo, infatti, aumenta fino a 10 anni l’aspettativa di vita. Ma quanto sono efficaci i device disponibili?
Una metanalisi di 61 studi ha mostrato che, con le terapie sostitutive a base di nicotina, dopo 4 anni il 14% di chi aveva tentato era riuscito a smettere. Un risultato c’è, ma tutto sommato migliorabile. La nicotina è la sostanza che causa dipendenza, ma i danni sono causati dalla combustione. Occorre trovare nuove tecnologie per somministrare nicotina in modo più sicuro, tecnologie gestite dai medici e inaccessibili ai giovanissimi“.
ANCHE HARPER “SMETTERE DEFINITIVAMENTE NON È FACILE”
“Da medico non posso che invitare i miei pazienti a smettere – così Peter Harper, oncologo britannico già Direttore dell’Oncologia del Guy’s, King’s and St. Thomas Hospital di Londra – ma so bene che si tratta di un’impresa complessa: smettere definitivamente non è facile. Se raccomando ai miei pazienti di indossare il casco sulle piste da sci, non faccio che ridurre il loro rischio. E come medico ora ho degli strumenti per ridurre i danni legati al tabagismo“.
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- Scritto da Italo Di Dio