In Italia circa 100.000 bambini di appena 12 anni hanno fumato una sigaretta classica nel corso degli ultimi 12 mesi. Questo il dato allarmante che emerge da ricerca condotta dall’Istituto di Fisiologia del Centro nazionale di ricerche. Eppure, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità, il problema è la sigaretta elettronica.
Se, poi, tornando alla menzionata indagine, si allarga il raggio di osservazione anagrafica alla fascia 15-19 anni, il numero di quanti si sono accesi una bionda, sempre guardando all’ultimo anno, sale alla non trascurabile quota di un milione e mezzo. Tali numeri sono il frutto di ricerca che viene con costanza posta in essere da circa un ventennio al fine di monitorare l’abitudine dei giovani rispetto al fumo e l’evoluzione di questo trend di anno in anno.
In effetti, i dati, letti nella loro globalità, consolano quanto meno rispetto al fatto che gli stessi si presentino in costante discesa. Se nel 2000 la percentuale di studenti fumatori, nella fascia di età indicata, era pari al 67,5, oggi la lancetta dice 56,9. In numeri assoluti, però, siamo ancora al cospetto di un fenomeno molto importante.
CRESCE NUMERO SVAPATORI
Di pari passo cresce tra i giovani anche la confidenza con la sigaretta elettronica: un milione circa di adolescenti italiani, rilevazione anno 2019, riferisce, infatti, di aver provato almeno una volta nella vita il particolare dispositivo. Ciò per una percentuale del 37,9% della popolazione giovanile, dato lievitato rispetto al 33% del 2013.
L’approfondimento condotto dal Centro snocciola ulteriori cifre ed ulteriori aspetti. Resta, però, quale elemento centrale della riflessione, quello connesso alla precoce familiarità al fumo da parte di quelli che sono poco più che bambini. E su questo fronte, in primo luogo, le massime Istituzioni mondiali e nazionali dovrebbero andare a profondere il loro impegno. Ed, invece, l’origine e la fine dei problemi paiono vivere tutti nella e-cig
- Scritto da Arcangelo Bove