Lo avevamo già detto a più riprese in passato. Lo abbiamo ribadito nei giorni scorsi con riferimento all’articolo di una altra prestigiosa rivista americana. Ora un nuovo colosso dell’editoria “stars and stripes”, ovvero il New York Times, a lanciarsi in un titolo sensazionalistico ed assolutamente approssimativo e generico.
Il riferimento, anche in questo caso, va alla comunque triste vicenda del quindicenne americano morto per Evali. Ovvero la patologia polmonare contratta da quanti hanno, per l’innocente tramite della sigaretta elettronica, svapato sostanze illecite, non rinvenibili nei circuiti ufficiali, acquisendole attraverso canali di spacciatori. Sostanze come la “vitamina e acetato“, parente strettissima della droga.
Una condotta che con il fumo elettronico legale, lecito non ha nulla a che vedere ma che ad essa viene equiparata per mera convenienza ovvero per gettare fango su un settore, quello dello svapo, reo esclusivamente di avere rosicchiato clientele e milioni al grande business del fumo classico.
Il titolo del New York Times, si diceva, è assolutamente fuorviante e prospetta nell’immaginario collettivo uno scenario che è assolutamente non rispondente al vero. “Vaping kills a 15 year of in Texas“. Ovvero “Il vaping uccide un quindicenne in Texas”. Un titolo come questo dovrebbe sollevare una reazione furibonda nell’ambiente svapo perché attribuisce al vaping il ruolo di killer e lascia intendere come ad uccidere sia stata la sigaretta elettronica in quanto tale. E non il fatto che siano state inserite all’interno dei dispositivi sostanze non lecite, non acquistate nei negozi ufficiali. Ma reperite presso gli spacciatori.
URGE ONESTÀ NELLA COMUNICAZIONE
Spacciatori – sì – perché quelle infilate all’interno delle sigarette elettroniche, da quanti finiti al Creatore o in ospedale, erano vere e proprie droghe. Urge, quindi, onestà nella comunicazione perché, diversamente, si producono danni in termini di vite. Si dipinge come killer quella che, invece, potrebbe essere una possibilità di fuga dal vizio delle sigarette. Un vizio, quello sì, assassino. Il tutto con il solo risultato che un fumatore che poteva valutare di transitare alla sigaretta elettronica, quale stampella anti-fumo, adesso, impressionato da questa campagna mediatica spauracchio, ci penserà mille ed una volta prima di fare il grande salto. E viene, a tal punto, da domandarsi: chi è il vero killer?
- Scritto da Italo Di Dio