Ebbene si, i vapers che vogliono sottoscrivere un’assicurazione sulla vita potrebbero avere qualche ostacolo in più nella possibilità di stipula del documento. Gli assicuratori, su scala planetaria, infatti, starebbero vagliando la possibilità di porre in essere condizioni più stringenti agli utilizzatori di sigaretta elettronica.
Che siano tariffe più alte, rispetto a quelle applicate agli utenti “normali”, o, addirittura, un divieto assoluto. Si tratta, in sostanza, di una estensione anche alla utenza della sigaretta elettronica di quelle condizioni che già sono in vigore per quel che riguarda i fumatori classici.
Come noto, infatti, nel momento in cui si va a sottoscrivere un contratto di assicurazione, nel momento in cui si compila il questionario preliminare, la prima domanda che viene posta è quella relativa allo status, o meno, di fumatore. Le ultime vicende a tutti note (riguardanti, appunto, la presunta epidemia Usa) sono arrivate, quindi, ad interferire anche nel settore assicurativo. Dove si ritiene, quindi, che il soggetto utilizzatore di e-cig possa avere, al pari di chi usa le “bionde”, un’aspettativa di vita più bassa rispetto a chi non usa né l’una ne l’altra.
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Hannover Re, venendo al caso di compagnie che si sono in tal senso mosse, ha già consigliato agli assicuratori, ovvero al personale materialmente incaricato delle sottoscrizioni, di “trattare i vapers come i fumatori”. Nico van Zyl, direttore medico americano dell’Assicurazione, ha invitato (!!!) “ad essere particolarmente cauti nell’assicurare persone di età inferiore ai 25 anni a seguito dell’epidemia di lesioni polmonari negli Stati Uniti”. Aggiungendo (e ci mettiamo idealmente altri punti esclamativi ad accompagnamento) “La questione se offrire copertura a questo gruppo ad alto rischio dovrebbe essere una considerazione per gli assicuratori sulla vita”.
PRIME DISPOSIZIONI IN SVIZZERA, FRANCIA E GERMANIA
Il francese Scor, proseguendo, ha fatto presente in un documento del 24 ottobre come le sigarette elettroniche “contengono nicotina che può avere effetti tossici, incluso lo sviluppo del cervello negli adolescenti e nei giovani adulti” raccomandando al personale “di trattare lo svapo come il fumo ed escludere le persone che usano prodotti di svapo considerati dalle autorità statunitensi come causa di problemi ai polmoni, vale a dire quelli contenenti Thc”. Con riguardo a quanto indica l’assicuratore francese, l’affermazione è paradossale. Considerando che il Thc è cugino stretto della droga, si immagini la scena paradossale di un tizio che si presenta ad un assicuratore dicendo “Guardi, voglio fare una polizza sulla vita. Ma vi faccio presente che mi drogo”. Paradossale, appunto.
Swiss Re, pure essa, invita a “trattare anche i vapers come i fumatori”. Il direttore medico globale John Schoonbee ha altresì invitato ad “effettuare controlli extra sull’eventualità che i vapers utilizzino prodotti a base di cannabis”. In pratica gli assicuratori, secondo Schhoonbee, dovrebbero trasformarsi in poliziotti.
- Scritto da Arcangelo Bove