Nelle Filippine fanno davvero sul serio. Ben ventidue persone, infatti, sono finite in gattabuia per il “gravissimo delitto” di aver utilizzato sigarette elettroniche. E 51 attività commerciali sono state costrette a chiudere sempre in relazione al medesimo pseudo reato. Tutto è avvenuto nella sola zona di Manila dove la Polizia è intervenuta dopo le precise indicazioni in tal senso venute dal Presidente Rodrigo Duterte.
Con i negozi che dovranno restare chiusi fino a quando non libereranno gli scaffali dai prodotti incriminati. L’operazione è scattata su vasta scala controllandosi praticamente la totalità degli esercizi potenziali venditori del prodotto (per la precisione 408 negozi su 449). Misura decisamente estrema e fuori luogo quella intrapresa dal piccolo Stato asiatico. Dove, nel settore svapo, è praticamente scattata la tolleranza zero.
Ma Duterte, quanto meno, non difetta per coerenza. Batosta a destra ed a manca. Periodicamente, infatti, il presidente filippino mette nel mirino questo o quell’altro settore. Quella del suo Paese è, ad esempio, una delle politiche più rigide in tema di lotta al fumo nell’intero continente asiatico. E, allo stesso modo, quando era sindaco di Davao, prima di arrivare ad occupare la poltrona più importante della Nazione, lo stesso ci era andato giu duro sulla questione alcol. Ne aveva, infatti, proibito la vendita ai minorenni e a tutti durante gli orari notturni.
DUTERTE CONTRO TUTTI: ECIG, BIONDE, ALCOL E NARCOS
Per non parlare del narcotraffico – e qui, come chiaro, andiamo in un ambito decisamente più pesante: sempre nelle vesti di Presidente, infatti, Duterte, ha ordinato una durissima battaglia di repressione che ha portato alla uccisione di oltre 3000 narcos. Uno che non scherza. Sebbene nell’ambito delle sigarette elettroniche la mano sia stata decisamente pesante: anche perchè, come detto, le strategie pro e-cig potrebbero essere complementari a quelle di contrasto al fumo di cui, come detto, lo stesso è strenuo assertore.
- Scritto da Italo Di Dio