Svapo come anticamera del fumo, un teorema da smontare. Una ricerca targata Usa a smentire quello che è un cavallo di battaglia spesso sbandierato dagli ultras del partito anti-sigaretta elettronica.
L’approfondimento è stata condotto da Arielle Selya della Sanford Research di Sioux Falls, Sooyong Kim dell’Università del North Dakota. E sostenuta da Università del North Dakota, National Institute on Drug Abuse e dal National Institute for General Medical Sciences. Come detto, tra gli spauracchi che invocano coloro i quali contrastano il mondo svapo vi è quello di ritenere la sigaretta elettronica una sorta di fattore predisponente il fumo. Riflessioni che, quando intercettate dalle mamme e dai papà, provocano apprensione e preoccupazione. Perchè, appunto, si ritiene che l’atto dello svapo dei propri figlioli – che magari gli stessi ritengono essere, giustamente, non tossico – potrebbe predisporli ad un futuro da fumatore classico. E questo, altrettanto giustamente, non piace.
Lo studio Usa ha voluto dimostrare come la pratica del fumo elettronico non sia necessariamente un passo prima di quella delle bionde. E se anche vi sia questo rapporto temporale, esso è solo frutto di combinazione. E, comunque, da ricondurre alla compresenza di altri fattori di “rischio”. Quali l’esempio che può venire dai genitori, la pratica del fumo tra coetanei, l’abuso di altre sostanze.
IL PROBLEMA DEL METODO DELLA RICERCA
La ricerca americana apre, tuttavia, ad una riflessione più ampia sulla metodica della ricerca. E sulla facilità con cui spesso viene messa in relazione necessaria la compresenza di fattori che, invece, sono da ricondurre, a loro volta, ad elementi terzi. Se, infatti, venendo al caso specifico, prime ricerche avevano osservato che alcuni adolescenti svapatori intraprendevano anche la via della sigaretta – ed avevano visto un nesso tra le due fasi – il nuovo approfondimento di Sooyong-Selya è andato oltre la prima apparenza provando come svapare e fumare fossero non concatenati l’un l’altro ma “predisposti” da diverse situazioni. E nella “statistica” questo fa molta differenza.
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- Scritto da Arcangelo Bove