Così lontane sulla cartina geografica, così lontane anche nelle rispettive posizioni in politica di fumo e di svapo.
Regno Unito e Cina, in questi giorni, stanno impostando sulla questione linee future che puntano verso direzioni diametralmente opposte.
Se nel lontano Oriente, infatti, sembrano porsi veti e restrizioni allo “svapo”, in Inghilterra proprio lo “svapo” pare destinato a divenire prezioso alleato. Ciò al fine di approdare al risultato di un Paese che, entro il 2030, sia “smoke free”. Ovvero libero dal fumo.
Dalle parti di Sua Maestà, per iniziare, per la prima volta è stata fissata una scadenza entro cui cogliere l’ambizioso traguardo di una Nazione senza tabacco. Una scadenza che il Ministero della Sanità inglese ha posto nero su bianco in “Advancing our health: prevention in the 2020’s”. Ovvero il mega bollettino che elenca le varie problematiche che affliggono la Sanità nazionale con i relativi programmi di risoluzione.
Un progetto ambizioso sebbene l’Inghilterra già sia, dopo la Svezia, la seconda Nazione europea, con il suo 14%, per minor numero (in percentuale) di fumatori. Detto questo, appare evidente come sradicare totalmente la sigaretta tradizionale sia impresa alquanto ardua.
In ogni caso, in terra inglese ci credono. E, nel fissare la data del 2030, dicono anche che, per cogliere il risultato, si devono incentivare i fumatori a smettere. O, in alternativa, ad optare per prodotti a minore rischio quali le e-cig.
Tutto molto interessante, come direbbe un rapper nostrano. Anche alla luce della certificazione degli scienziati inglesi che definiscono la sigaretta elettronica come “alternativa più sicura al fumo“.
Se Oltremanica la Sanità si mette a braccetto con lo svapo, più ad est le cose vanno decisamente peggio per le sigarette elettroniche. Ma non ci si deve sorprendere oltre.
La Cina, infatti, pur detenendo oltre il 90% della produzione mondiale di dispositivi legati allo svapo, è anche la patria del colosso China Tobacco. Ovvero la fortissima sigla che monopolizza il mercato interno .
Non sorprende, quindi, che la Commissione sanitaria nazionale stia addensando nubi all’orizzonte dell’elettronica. Ora sollevando dubbi sui vapori, ora puntando il dito contro possibili pericoli di ustione. E nell’immediato non si può escludere l’adozione di provvedimenti restrittivi. Ai più di sorge il dubbio che la e-cig altro non sia che designata vittima di un boicottaggio volto esclusivamente a tutelare il colosso del tabacco
- Scritto da Arcangelo Bove